Articoli di approfondimento
Fisco e contabilità
La
predisposizione di budget e bilanci previsionali è un aspetto molto
importante, che dovrebbe essere sempre presente nelle aziende. La gestione
di qualsiasi attività al giorno d'oggi presenta variabili molto complesse
ed i margini sono sempre più ridotti, per questo è fondamentale impostare
una previsione, nonché verificare in seguito gli scostamenti e le
relative cause, quindi già in corso d'anno, in modo da potersi organizzare
per tempo in caso di variazioni dell'andamento aziendale e potere
fronteggiare tempestivamente eventuali difficoltà.
Molti
obietteranno che non si può sapere il futuro, e questo è sacrosanto,
nessuno lo mette in discussione. Tuttavia anche se non possiamo sapere il
futuro dovremmo sempre cercare di formulare un'idea di quello che
pensiamo che possa verificarsi, in maniera coerente con le
azioni commerciali, le eventuali campagne pubblicitarie, le prospettive di
mercato che prevediamo, e di conseguenza essere preparati a fronteggiare
almeno le difficoltà prevedibili.
La
cosa importante è partire con un'idea, perché limitarsi a prendere quello
che arriva così come arriva, rischia di essere abbastanza... rischioso,
soprattutto al giorno d'oggi. In base alla nostra previsione possiamo
invece cercare strutturarci a livello operativo e soprattutto
finanziario, senza farci prendere alla sprovvista per situazioni
invece prevedibili.
Tuttavia
a volte mi capita di vedere bilanci previsionali elaborati dagli studi di
consulenza che non fanno altro che rapportare ai quattro trimestri del
nuovo anno i meri risultati dell'anno precedente... Chiaramente se
dobbiamo fare le cose così, tanto vale lasciare perdere e non fare nulla.
Sarebbe completamente inutile.
La
previsione è qualcosa che deve partire prima dall'imprenditore,
perché nessun consulente o commercialista può sapere quali sono le idee,
le leve commerciali, il momento che vive il settore, e così via. Quindi un
bilancio previsionale non dovrebbe mai essere qualcosa di totalmente
delegato per avere un lavoro pronto e finito (e del tutto inutile, per
quanto detto sopra), ma piuttosto un lavoro a quattro mani tra
imprenditore e consulente.
La
previsione del fatturato chiaramente è la più difficile da
azzeccare, ma è importante, anche se si parte dallo storico, proiettare
tuttavia i dati in base a quelle che sono le azioni e le strategie
aziendali.
Ad
esempio, se abbiamo deciso di avviare una campagna pubblicitaria, ci
aspettiamo un incremento del fatturato. Se sappiamo che il nostro settore
sta attraversando una crisi, rivedremo il fatturato al ribasso. E così
via.
La
stessa cosa vale naturalmente per i costi. Se pensiamo di fare una
serie di promozioni per acquisire quote di mercato, chiaramente il
margine, rapportato al (presumibilmente maggiore) fatturato, sarà
inferiore. Se abbiamo deciso di assumere un nuovo dipendente perché il
personale è sotto pressione, ci aspetteremo un maggiore costo del
personale.
Il
concetto è alla fine abbastanza chiaro, sono conti che tutti gli
imprenditori fanno almeno a mente, ma è importante gestirli in maniera più
organica per avere una possibilità di elaborazione più efficace, ed anche
per avere uno strumento con cui poi confrontare il previsionale con
l'effettivo.
Inoltre,
anche in caso di richiesta di fidi e mutui, presentarsi con le
"idee chiare" ed un bilancio previsionale rende le cose più semplici, sia
a livello di immagine, sia a livello concreto, per capire ad esempio
meglio come strutturare una linea di credito in base agli sviluppi
previsti.
Tecnicamente
nel redigere un bilancio previsionale si parte con la situazione
economica. Per alcune PMI il previsionale può infatti essere, almeno
inizialmente, limitato alla parte economica, in quanto la parte
patrimoniale è un attimo più complessa e richiede alcune conoscenze più
approfondite a livello dei flussi di cassa e quindi, per chi non ha mai
fatto un bilancio previsionale, consiglio di partire per gradi.
Il
primo punto da considerare è il fatturato, in base come detto a
quello che sono le azioni commerciali, gli sviluppi, le difficoltà che
prevediamo.
Una
volta calcolato il fatturato si calcola, per le imprese commerciali, il costo
del venduto in base ai presunti margini di
ricarico. Per le imprese industriali vanno invece elaborati i
costi
di produzione, aspetto un po' più complesso, ma assolutamente
fondamentale, perché qui le variabili in gioco sono davvero numerose e non
ci si può permettere il lusso di fare calcoli troppo approssimativi.
Per
gli altri costi si lavora generalmente in base ai costi
fissi ed ai costi variabili. Per i costi fissi, essendo fissi,
conosciamo già l'importo. Per i costi variabili, essendo rapportati e più
o meno proporzionali ai ricavi, dovremmo avere gli indici (ossia
la loro percentuale), calcolati in base ai ricavi (in poche parole
un costo variabile, facciamo un esempio il trasporto a mezzo corriere,
quindi con un costo a pacco che è abbastanza correlato ai ricavi, anche se
in maniera non assoluta, sappiamo che di norma incide ad esempio il 3% dei
ricavi, calcoleremo il 3% in base ai ricavi stimati).
Normalmente
un bilancio previsionale annuale, ossia per l'anno seguente, lo si divide
per i 4 trimestri solari, per ottenere il risultato previsionale
rispettivamente al 31 marzo, al 30 giugno, al 30 settembre ed al 31
dicembre dell'anno successivo (per le aziende con esercizio coincidente
con l'anno solare).
L'anno
seguente, una volta elaborato il bilancio infrannuale effettivo
(consuntivo) dopo ogni trimestre, si confronta quindi il previsionale
con il consuntivo, e si cercano di individuare le cause degli
scostamenti. Non dobbiamo avere timore, è assolutamente normale che
possano esserci delle divergenze. Quello che dobbiamo fare è solamente
capire se in qualche modo possiamo per così dire affinare la nostra
capicità previsionale per il futuro, traendo spunto da questi
scostamenti.
Un
punto che suggerisco spesso è anche quello di rielaborare il
previsionale in base al fatturato effettivo realizzato che vediamo
nel consuntivo. Può sembrare un'inutile perdita di tempo, ma invece è un
lavoro molto utile. In pratica, una volta corretto il fatturato (in base
al consuntivo), e successivamente il costo del venduto, cerchiamo di
elaborare le voci dei costi come abbiamo visto sopra, sempre in base ai
costi fissi ed ai costi variabili.
Se
una volta "aggiustato" il fatturato prendendo il dato effettivo del
bilancio infrannuale gli importi delle altre voci di costo divergono
sensibilmente dal consuntivo generale appena rielaborato, dovremmo
nuovamente cercare di analizzare nel dettaglio le motivazioni dello
scostamento. In particolare dovremmo verificare che la nostra classificazione
tra costi fissi e costi variabili e gli indici utilizzati per i
costi variabili sia corretta o se la nostra suddivisione tra costi fissi e
costi variabili, oppure l'entità degli stessi, sia magari da rivedere.
Dopo
questo lavoro è utile anche rivedere i previsionali dei periodi
(trimestri) successivi per aggiornarli in base all'andamento della
gestione, così come constatato dai consuntivi infrannuali.
Naturalmente,
per le aziende di maggiori dimensioni, anziché lavorare per trimestri
solari può essere utile lavorare su base mensile.